Panorama dal "Belvedere" verso la Chandelle (verso Sud) |
Chi ha formato la sua fantasia alpinistica leggendo le storie dei grandi
degli anni 60 ha sicuramente sentito parlare oltre che del grande Bonatti anche
di Gaston Rebuffat. Questi era noto per una concezione gioiosa dell'alpinismo
che ha perseguito anche nella sua carriera di guida. Lui era felice della
felicità che leggeva negli occhi
dei clienti e quindi provava piacere nel ripetete più volte gli stessi itinerari al cambiare dei clienti (che erano prima di
tutto amici).
Panorama dal sentiero per la Chandelle verso il "Belvedere" (verso N) |
Anche a noi è capitato di
pensare, visitando un posto nuovo e trovandolo particolarmente piacevole, a
quando ci accompagneremo questo o quell'amico. Ritrovare nei suoi occhi lo
stesso nostro stupore è appagante quasi
come la prima visita. Questo approccio plaisir, innovativo in quegli anni in
cui imperava la lotta con l’alpe, non può che essere nato dalle frequentazioni in veste alpinistica delle sue
montagne di casa le Calanques. Rocce vertiginose a picco sul mare ed a due
passi dalla sua Marsiglia, ambiente solare e dalla luminosità estrema.
La Chandelle ed il Chandellon. |
La zona, pur essendo confinante con Marsiglia, presenta delle zone
assolutamente selvagge.
Purtroppo negli anni passati è stata più volte colpita da
incendi, favoriti dalla forte insolazione e dalla presenza quasi costante del
Mistral, che piomba giù dalle gole del
Rodano ed arriva sulla costa senza traccia di umidità e su molti sentieri è vietato l’accesso da Luglio a Settembre per evitare incendi spontanei.
E' frequentata da milioni
di visitatori l’anno, ma al di
fuori delle zone più battute, nelle
zone più esterne, può capitare di
camminare per ore senza incontrare nessuno.
La segnaletica è essenziale, pochi
segni di vernice su sassi, e non è inusuale perdersi
nel reticolo di sentieri e tracce che vanno su e giù dai valloni.
Avendo pochi giorni a disposizione abbiamo visitato la zona vicina all’Università di Marsiglia, portandoci
fin sotto la mitica Chandelle ed arrivando al Belvedere. Questa zona è molto frequentata data la vicinanza di Marsiglia e del polo universitario
Ma raggiunto il colle molti si fermano e gli altri si disperdono in tutte le
direzioni. Il panorama verso la cosa è superbo e le
rocce di accesso al belvedere, levigate come quelle del Partenone, testimoniano
la frequentazione del posto.
Il becco dell'aquila |
Un altro giorno è stato dedicati alla zona tra Cassis e La Ciotat (con una puntata ai bordi delle enormi
falese di Cap Canaille ed al becco dell’aquila (riuscendo
anche a essere contemporaneamente benedetti dalla pioggia e sferzati dal vento).
L'unica giornata piena, con il tempo ristabilito, è stata dedicata ad un lungo giro
ad anello che dal parcheggio del col de la Gardiole ci ha portati nelle
calanque di Port Pin e poi di En Vau (il più spettacolare dei
fiordi con tante vie di roccia ed il “dito di Dio”).
Dopo una lunga traversata (con un paio di smarrimenti di sentiero) ci siamo
affacciati infine alla costa nella falesia di Essaidon. Da li abbiamo continuato
sui bordi della falesia più selvaggia e
remota, quella di Devenson, noi sferzati dal vento, mentre le cordate in parete
sfrigolavano al duo riparo sulla roccia.
En Vau. Un posto veramente magico. |
Abbiamo infine raggiunto il colle tra Chandelle e Chandellon dove abbiamo
visto, da altra prospettiva, il lato Marsigliese (col vento che ormai tentava
di sradicarci dalla roccia).
Da qui al ritorno al parcheggio abbiamo testato in pieno la potenza del
Mistral, alcune raffiche ti buttavano letteralmente a terra, bisognava
camminare inclinati per bilanciarlo.
Devenson, accucciati per il vento |
Solo i gabbiani riuscivano a giocarci e si divertivano ad andare su e giù.
Probabilmente siamo stati fortunati essendo venuti in un periodo non di
punta.
Sole, vento e roccia a volontà |
Vento permettendo il periodo migliore per la visita va dall’autunno alla primavera, quando il clima non è rovente (ma le
innumerevoli strutture rocciose sono prese d’assalto da tanti
arrampicatori che vengono a svernare qui).
Un esempio di come un territorio può essere
turisticamente attraente senza essere snaturato e ridotto a giocattolo.
Al colle tra Chandelle e Chandellon |