Loricati in abito bianco

Loricati in abito bianco
Loricati su Serra Crispo

giovedì 18 luglio 2013

Al Vajont per un trekking della memoria

Il monte Toc col la frana.

Quest'anno ricorre il 50° dell'alluvione del Vajont.


Ci sono degli avvenimenti cardine, dei punti di snodo della nostra Storia, che vengono etichettati come "Tragedia" o "Disastro" ma che, in realtà, sono stati delle Stragi.
La gola sotto la diga.
In fondo si vede Lavarone

Mancava il movente eversivo o destabilizzante ma , per il resto, sono stati individuati responsabili ed i corresponsabili.

Che, come troppo spesso è avvenuto, non hanno pagato il loro debito (se non con la propria coscienza).

Nel bosco vecchio.
Gli alberi, sdraiati dalla frana, hanno riconquistato il cielo.

Ero scettico sull'unire nello stesso fine settimana il piacere di un'escursione in montagna con la rivisitazione di un fatto storico così tragico. Anche perché la componente vojeuristica è imbarazzante.

Come definire, altrimenti, le visite ai luoghi tragici della nostra storia recente?

Canalone sotto il Duranno
I veri e propri picnic alle varie Avetrana e Cogne?

La visione della magistrale rappresentazione di Paolini ha contribuito non poco a farci rompere gli indugi e decidere di partire.


Ne è valsa la pena.
 
Sulle creste della val Zemola
L'elenco dei disegni, uno per ognuno dei bambini deceduti (che sarebbero ora i nostri quasi coetanei, o zii, o fratelli maggiori) è toccante.

La visione dell'enormità della frana, che a monte ha letteralmente riempito la diga lanciando l'acqua del lago in alto di 200 metri prima di scagliarlo giù per la gola su Longarone fa capire in modo netto e chiaro che i responsabili ci sono e non potevano aver capito cosa avevano innescato.

Insomma, c'erano tutte le premesse per evitare quelle 2000 morti e lo strazio di tante famiglie divise ed estirpate da casa loro.
Camosci sugli strapiombi del Duranno

Ai tempi coloro che protestavano erano tacciati di essere dei sobillatori, antistorici, oppositori del progresso e della modernità.


A sentire le cronache dei giorni d'oggi pare, ahimé, che non sia cambiato molto, se c'è chi ancora chi cerca di discolpare l'Ilva di Taranto o sottrarre alle proprie responsabilità i dirigenti dell'Eternit. Ora torniamo alle dolomiti friulane ed al resoconto escursionistico.


Panorama sulle Dolomiti bellunesi.
Si tratta di montagne stupende, al confine tra due monte e quindi poco frequentate. Come ci ha detto un forestale incontrato sui sentieri vanno conquistate con il sudore, ma ricompensano con panorami e sensazioni di libertà.


Il bosco è sempre fitto fin sotto le cime, i pini mughi si arrampicano ovunque e ti carezzano costantemente nei canali e sulle creste.


Il monte Duranno
Un'esplosione di fiori e profumi che riempiono i polmoni di buoni aromi.


Andateci, visitate la diga e poi le montagne, e, quando tornate a casa, non abbassate la guardia, anche il parchetto sotto casa può aver bisogno di essere difeso.