Loricati in abito bianco

Loricati in abito bianco
Loricati su Serra Crispo

venerdì 13 agosto 2010

Tibet? Ladak? Ma andate in Val Maroz.


Spesso si sente parlare di affollamento sulle nostre nostre montagne. Effettivamente sui percorsi più blasonati o che portano a vette celebrate (spesso più grazie al marketing che a ragioni oggettive) si tende a fare la fila.
Anche io non sono esente da peccati e mi sono fatto fatto sedurre dalla sirena di qualche quattromila o vetta più blasonata.

Al momento poi di partire e trovarmi in competizione con altre cento persone per conquistare un bagno alle 4 del mattino poi mi dicevo 'ma chi cavolo me la fa fare'.
Scenari da ritirata in Russia , con centinaia di persone incolonnate verso la cima.

Tempi di attesa per toccare l'agognata vetta perché tutti non ci stanno. Quelli che scendono che ti passano sulla corda e sui piedi...
quelli veloci che quasi ti buttano fuori traccia e ti guardano con lo stesso sguardo che vedi in coda nelle tangenziali...

Ti ritrovi a pensare con sollievo, 'anche per questa volta ho dato, le prossime volte vado in montagna, non al luna park'.
Ma per poter andare in montagna senza l'effetto tangenziale bisogna per forza andare in Tibet?
Non credo proprio, anzi, mi sa anche che anche da quelle parti l'affollamento imperi.
Ovunque si faccia del turismo un'industria necessariamente si tende a trattare il turista da merce, da inserire quindi in una opportuna catena di montaggio.
Ed allora? Semplice basta guardarsi intorno con un po di intelligenza e prendere una cartina.

Dove non ci sono funivie, strade che portano in quota o grosso carico abitativo si riuscirà a ritrovare il senso dell'andare in montagna.
Avevo individuato da un po il Piz Duan, in Bregaglia. Un giro lungo che attraversa tutta la val Maroz partendo da Casaccia.
C'è un alpeggio all'inizio della valle ed un'altro a due ore circa dalla partenza (Maroz Dent).
Poi niente altro per 15 km, un senso di isolamento ed estraniamento difficie da trovare, anche il cellulare non prende.

Prati, valloni ripidi (e parecchio valangosi, per cui con lo sci ci si può accostare solo in stagione avanzata) fioriture strepitose.

All' altezza del lago della Duana si stacca la traccia (il sentiero segnato non va in vetta, prosegue verso il passo della Duana ed al passo Bergalba, alla fine della valle) per raggiungere la vetta.
C'è un ghiacciaio che ,a seconda delle condizioni, può richiedere ramponi e piccozza da cui si arriva ad una anticima.
Con un'ultima crestina si raggiunge la vetta con una fantastica vista sui ghiacciai dell' Engadina e sulle pareti rocciose di Badile e Cengalo.
Decidiamo poi di scendere per la cresta O, piuttosto delicata e sfasciumosa. C'è un assoluto caos minerale su cui proseguiamo con cautela, il casco è d'obbligo, un gruppo numeroso avrebbe problemi.
Ma ci siamo solo noi e quindi si procede bene, senza preoccuparsi di colpire qualcuno con i sassi che inevitabilmente smuoviamo.
Raggiunta la fine della valle ed il lago da cui origina la Maira/Mera scendiamo attraversando tutta la valle.
Arriviamo all'auto alle 8 di sera, siamo in cammino dalle 7 del mattino ed abbiamo incontrato solo due pastori e due escursionisti.

2 commenti:

  1. Ciao! A quanto vedo sei un grande sciatore... Beato te. Lo scialpinismo è il modo forse più entusiasmante per godere dei paesaggi del Pollino in inverno. Mi chiedi se Serra del Prete è sciabile nei pressi della slavina: penso proprio di si, perchè i faggi rimasti in piedi sono pochi e la neve ricoprirà i faggi abbattuti. Non so se l'hai fatto ma il canalone nord est del m. pollino è l'ideale per sciare: una volta lo feci anch'io in scivolata....ma senza sci!
    p.s. bellissima la foto dei loricati con la neve in apertura
    Indio, alias leucodermis

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  2. Grande sciatore è una parola grossa.
    Diciamo che mi tengo in piedi abbastanza da poter godere delle montagne in inverno ;-)
    Speriamo che il Pollino quest'anno, a cavallo tra Natale e Befana, sia meno avaro di neve dell'anno scorso.
    Magari potremmo ritrovarci tra i Loricati!!
    Ciao ciao

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