Loricati in abito bianco

Loricati in abito bianco
Loricati su Serra Crispo

lunedì 19 aprile 2010

Sorprese nell'uovo del Pollino.


All'arrivo a Castelluccio, alla vigilia di Pasqua, la situazione sembrava parzialmente compromessa e pareva presagire una lunga cammellata sci in spalla alla ricerca della neve.
Sembrava che il generale inverno avesse avviato decisamente il ritiro delle sue truppe
ma una provvidenziale perturbazione nel giorno di pasquetta, oltre a preservare i prati alle falde del Pollino dagli 'escursionisti' di pasquetta (assimilabili all'invasione delle cavallette, solo che le cavallette si limitano a distruggere la vegetazione, non lasciano buste di plastica, non accendono falò e non sgommano sui prati) ha rideposto sopra i 1300mt un nuovo strato di neve.
Partiamo quindi sci a piedi da colle Impiso confidando nel futuro miglioramento del tempo.
A colle Gaudolino comincia ad aprirsi e pare ci sia innevamento buono anche sulla normale alla spalla.
Eravamo invenzionati a fare il canale Ovest ma nei pressi dei resti della valanga ci rendiamo che c'è un fondo durissimo, con sopra 20 cm di una neve inconsistente, tenuta zero quindi.
In alto poi si intravede del giallo, quindi è rimasta solo la neve vecchia rigelata, non avendo ramponi si prosegue per la normale...e meno male.
Quando il bosco comincia a diradarsi la neve lascia il posto a placche di ghiaccio sempre più continue.

Con i rampanti in qualche modo si prosegue, senza avremmo dovuto fare dietrofront.

Nell'ultimo traverso c'è uno scivolo che butta sul vuoto, preferiamo metterci gli sci in spalla e seguire le rocce più in alto,
poi giriamo l'angolo e....l'interruttore gira da inverno ad estate.
Sembra di essere su un vulcano, qui la neve nuova è già tutta andata via, è rimasta solo la vecchia e gialla.

Risaliamo sfruttando i canali residui, più si sale e più il fondo è duro e si sente il vento. Il dilemma è "come sarà la nord"? ne abbiamo un'anteprima arrivando sulla dolina di vetta, solo nel fondo è rimasta la neve fresca, la prevista discesa nella polvere diventa un sogno, beh alla peggio mi farò dalle gran derapate.

Ci accucciamo in vetta dietro un provvidenziale muretto di sassi, indossiamo tutto quello che abbiamo dietro e facciamo una bel pranzetto:
thè caldo, pane di pasqua ("Picciddèt") soppressata e qualche dolcetto.

Spelliamo, puliamo di attacchi dal ghiaccio, ricompattiamo gli zaini e via con le prime curve.


Le lamine tengono e la discesa è entusiasmante, in caso di caduta riuscirei a fermarmi solo ai primi alberi, 300mt più giù, ma basta non pensarci ed andare,la mia metà invece su questi fondi va a nozze e saltella come un camoscio ghignando del mio 'stile'.

Arrivati al bosco ricompare un fondo nevoso e finalmente ricominciamo a lasciare la nostra firma sul Pollino, ci penserà il sole di Aprile a cancellare il tutto a breve.

Seconda sosta per rivestirci e poi scendiamo per la sterrata. A Rummo, decido di ritraversare verso Gaudolino ma non c'è traccia, nessuno ha mai pensato di fare uso di questa scorciatoia...ed infatti riesco a non ritrovarla più. Stiamo troppo a destra e, quando ci si rende conto di ciò , cominciamo una lotta furiosa con i faggi seppelliti dalla neve, ci sono solo tracce di un lupo ma lui ha avuto certo meno difficoltà a districarsi in questo ambiente.
Dopo una mezzora di lotta ritroviamo la pista ed arriviamo al sentiero da cui scendiamo fino all'uscita della traccia a mezza costa di Serra del Prete.
Qui un'altra sorpresa, stamane era tutto bianco, adesso è tutto verde, dobbiamo rimettere gli sci in spalla fino a che non rientriamo per bene nel bosco.
Il Pollino si rivela una montagna dalle molte facce e che, in inverno, non va mai sottovalutato, ma può dare sempre delle sorprese.
Alla prossima, monte di Apollo!

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